Il massiccio del Matese è
composto da montagne di relativa altezza, comunque le più alte della
Campania. La massima altezza viene toccata col Monte Miletto (2.020
m) diviso tra Campania e Molise. Il massiccio è carsico, ricco di
acque, anche termali e minerali (come la Lete), di grotte e di laghi
di montagna.
Le colline centrali
La zona centrale è separata dalle montagne dell'Appennino
dal fiume Volturno. Il fiume scorre nella zona centrale, fino ad
aprirsi nella Pianura Campana. Le montagne sono di modesta altezza,
si superano di poco i mille metri di altezza.
Rilevanti sono tre zone montuose:
-Monte Santa Croce, nella zona di Roccamonfina, formata da un cono
vulcanico spento;
-i monti Tifatini, a cui piedi sorge il capoluogo Caserta;
-Monte Maggiore, nel cuore della provincia.
Il Monte Santa Croce, rilievo dell'Appennino Ligure, con
i suoi 516 metri sul livello del mare, è una delle più alte vette
della Provincia di Genova. Esso è posizionato sul levante cittadino
e sulle sue pendici è stato edificato il paese di Pieve Ligure e
alcune frazioni di Bogliasco e Sori. Sulla sua vetta, raggiungibile
attraverso alcuni antichi sentieri, sorge un antica chiesa, la omonima
e antichissima Chiesa di Santa Croce, e si può ammirare un bellissimo
paesaggio, che spazia dal Promontorio di Portofino alla riviera
savonese.
Esso è meta fissa di gite dei genovesi specialmente nei mesi
estivi quando, dal comune pievese, vengono organizzati alcuni eventi
sulla cima del rilievo.
La pianura campana viene considerata come tutta la zona che va dal
Garigliano fino a Nocera. In realtà è composta da due zone differenti
di natura diversa:
-La pianura aversana, al cui centro si trova Aversa, compresa tra
Napoli e Caserta, di natura prettamente vulcanica, un tempo paludosa
e bonificata grazie ai Regi Lagni, voluti da Borboni di Napoli;
-La pianura del Volturno, di natura prettamente alluvionale, anche
essa paludosa fino all'epoca del Fascismo, ma bonificata in buona
parte e dedicata attualmente all'allevamento semibrado dei bufali,
soprattutto per la produzione di latte e di mozzarelle.
La regia di Caserta
La Reggia, costruita da Luigi Vanvitelli, contrariamente
a quanto si pensa, non ad imitazione di quella di Versailles, è
uno dei monumenti italiani più visitati, in cui finemente decorate
sono le stanze e di gran pregio è il giardino, una delle più vaste
aree verdi della Campania, degno di quanto meglio nel genere il
Settecento sia riuscito a produrre. Interessanti sono tutti i diversi
nuclei creati dai Borboni per industrializzare la zona, esempi esimi
di architettura industriale tra cui San Leucio e Vaccheria.
Sul lato ovest della reggia esiste la chiesa di San Francesco
di Paola che fa parte di un complesso un tempo convento dei Frati
Minimi, fondato nel 1605 da Andrea Matteo Acquaviva, oggi ospedale
militare. Qui vi sostò papa Benedetto XIII nel 1727 e qui è sepolto
Luigi Vanvitelli. In quest'ultimo caso, tuttavia, non è stabilito
con certezza in quale parte della chiesa sia avvenuta la tumulazione.
Torri di Federico II
Capua (Caserta)
Nel 1234 Federico II fece costruire la Porta di Capua a guardia
dell'unico passo sul fiume Volturno. Questa porta e' stata distrutta,
nel 1557, per ordine del vicere' Duca D'Alba. L'unico disegno esistente,
anteriore al '500, che descrive lo stato orginario della porta è
conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna. La porta, a tre
piani, era costituita da un arco di trionfo tra due torri. Gli scopi
attribuiti a questa porta erano molteplici: mostrare la meastosita'
di Roma e di Capua a tutti coloro che facevano ingresso nella citta',
considerata seconda solo a Roma stessa; purificare il re dal sangue
dei nemici uccisi in battaglia; fu anche un monumento in forte contrasto
con lo stato Pontificio come dimostravano le glorificazioni dell'imperatore,
i suoi trofei scolpiti su di essa e le pietre usate per costruirla:
quelle della chiesa di S.Antonio Abate e di s. Terenziano, demolite
appositamente.
Sulla porta erano state messe 16 statue tra cui una donna, Capua
Fidelis, simbolo della fedelta' di Capua, che stracciandosi in petto
mostrava un'aquila reale.Oggi si possono osservare solo i basamenti
delle torri in pietra e i resti di alcune statue conservate nel
museo Campano in Capua, tra cui la testa di Capua Fidelis. Il ponte
combaciato alle torri e' stato ricostruito dopo la Seconda Guerra
Mondiale sui resti dell'antico Ponte Romano di Casilinum.
Castello Medievale di Vairano Patenora
Vairano Patenora (Caserta)
Il castello e' stato costruito nel secolo XI secolo da Ripandolfo
VI ma non si hanno molte notizie sulla sua struttura originaria.
Si puo' dedurre che fu molto ampio poiche' ospito' contemporaneamente
Re Carlo I e Papa Gregorio X. Solo nel XII secolo si trovano fonti
certe che si riferiscono al Castrum Vayrani. L'aspetto ben diverso
dai resti attuali. C'e' chi presume che fu costituito da tre torri
per riuscire a resistere agli attacchi dell'Abate di Montecassino
e chi sostiene che fosse costituito da un unico, grosso torrione
a pianta quadrata con coronamento appiombante dominante, dalla sommita'
del rilievo, con poche abitazioni sparse sulla pendice e circondate
da una cinta muraria relativamente stretta. Nel 1193 sotto la guida
del castellano Rugero di Chieti, seppe restistere all'assedio dell'esercito
di Enrico VI di Svevia e di Roffredo dell'Isola. Successivamente
a queste vicende il castello perse man mano importanza a favore
di quello di Presenzano considerato piu' strategico. Un documento
del 1271 pero' ne prova una rivalutazione del castrum che fu racchiuso
in nuove mura e fa supporre che in questo periodo la sua configurazione
passo' da quella di torrione isolato all'aspetto quadrilatero con
torri angolari che, nonostante i vari danni subiti da terremoti,
guerre e conseguenti restauri e potenziamenti, ha sostanzialmente
conservato fino ad oggi.
Dalla cattedrale di San Paolo,a Aversa con il suo splendido
deambulatorio romanico e la sua maestosa cupola ottagonale, alla
stupenda chiesa barocca di San Francesco delle Monache. Il Duomo
di Aversa possiede un capolavoro unico: San Giorgio e il drago,
tra le poche sculture preromaniche presenti nell'Italia meridionale
ed è inoltre caratterizzato da una delle più grandi cupole ottagonali
del mondo. Al suo interno è visitabile l'interessantissimo museo
diocesano che contiene argenti sacri del 600' e del 700' di importanti
botteghe napoletane, tra cui quella dei Guarriniello,diversi documenti
di epoca normanna,la Madonna con il Gonfalone tela datata e firmata
da Francesco Solimena, e considerata un "exmplum" del pittore di
Canale di Serino, nonché alcune tavole della seconda metà del quattrocento
di Angiolillo Arcuccio, tra cui il celebre Martirio di San Sebastiano.
I più importanti pittori sono presenti nelle chiese aversane,
da Giotto e la sua scuola a Guido da Siena, da Angiolillo Arcuccio
a Colantonio. Ed ancora Polidoro da Caravaggio, Marco Pino da Siena,
Pietro da Cortona, Pietro Negroni detto il Giovane Zingaro, Josè
de Ribeira detto lo Spagnoletto, Cornelius Smeet, Abram Vink, Teodoro
d'Errico, Francesco De Mura, Massimo Stanzione, Francesco Solimena,
Paolo De Majo, solo per citarne alcuni. Non vanno trascurati i complessi
dell'ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria Maddalena, fondato da
Gioacchino Murat nel 1813, primo manicomio d'Italia, che nonostante
l'abbandono conserva un altare di grande interesse scultoreo attribuito
a Giovanni da Nola (il Merliani) secondo alcuni, mentre altri la
attribuiscono allo scultore partenopeo Salvatore Caccavello, ne
la Real Casa dell'Annunziata che vanta origini remotissime, ascrivibili
ai primi anni del XIV secolo.
L'anfiteatro Campano o anfiteatro Capuano, è un'anfiteatro
di epoca romana della città di Capua, secondo solo al Colosseo,
attualmente all'interno della superficie comunale di Santa Maria
Capua Vetere. In epoca medievale fu ampiamente depredato dagli stessi
capuani successivamente al trasferimento della Civitas Capuana dal
sito d'epoca romana (Capua antica) all'attuale sito (vedi Capua
(CE)) in particolare per la creazione del Castello di età longobarda.
Alcuni resti sono nel Museo Campano della città di Capua (CE). In
epoca romana sorgeva nelle sue vicinanze la Scuola dei Gladiatori
della città di Capua, celebre per la ribellione di Spartaco.
Castello di Riardo
Riardo (Caserta)
Verso la fine del nono secolo d.C. sulla sommità delle alture
dell' Alto Casertano vennero realizzati una serie di castelli che
costituivano la dimora di conti e gastaldi, ossia dei potenti dell'epoca.
E' perciò molto probabile che anche il castello di Riardo sia stato
costruito in quel periodo. Sull'arco di ingresso dell' antico maniero
per il passato c'era una pietra indicante l'anno 1122 ma è quasi
sicuro che quella data si riferisse ad una ristrutturazione del
castello e non alla sua originaria costruzione.
Le sole misure del castello di Riardo bastano ad indicarne
la maestosità: area di costruzione mq 2750; cortile mq 274; i quattro
lati lunghi misurano m 47,20 - 50,30 - 54,90 - 55,20; la torre più
alta m 27; il salone di rappresentanza 17,50 *7. Le torri rotonde
sono di chiaro stile medievale, la loro merlatura e zoccolatura
sono in stile aragonese ;rinascimentale è la torre quadrata e neoclassico
il loggione. Tutti i critici d'arte che hanno studiato il castello
di Riardo sono rimasti particolarmente affascinati dall' arco-finestrone
che dal primo piano consentiva di ammirare sia il vulcano spento
di Roccamonfina che tutta la vallata fino al mare attraverso la
piana del Savone.Di notevole fascino è il giardino adiacente che
si estende a nord del castello. Restaurato di recente, è strutturato
su diversi livelli altimetrici. Sono ancora ben visibili le porte,
oggi murate, che collegavano il castello ai suoi "orti".
Nei giardini è stata realizzata una comoda scaletta metallica
dalla quale si accede ad un camminamento-passerella che consente
di osservare la parte esterna delle mura di cinta dei giardini stessi
e di spaziare con lo sguardo per tutta la parte settentrionale del
nostro paese. Sfruttando in modo idoneo lo spazio disponibile, è
stata ricavata anche una piccola arena con un po' di gradinate di
fronte.
Le mura, costellate di feritoie per l'avvistamento del nemico
e per l'allocazione di bocche di fuoco, proseguono fino allo spazio
esterno all'attuale ristorante-albergo ed in corrispondenza della
zona urbanizzata costituiscono la base di costruzioni. Molte case
a ridosso del castello sono state magnificamente restaurate. Alcune
sono state destinate a botteghe artigianali, a locali da adibire
a mostre permanenti, in futuro anche a museo.
Monte San Michele
Caserta (Caserta)
Il culto di San Michele Arcangelo ha origini nell'epoca pre-Longobarda.
Il culto di questo santo gia' praticato in precedenza, si diffuse
fortemente grazie ai Longobardi che s'immedesimavano nell'indole
battagliera che il santo aveva nel combattere il maligno. Da li'
derivano le numerose chiese sparse sul territorio casertano ad egli
dedicate. Forse per la sua posizione geografica mistica, il santuario
di San Michele e' tra i luoghi di culto piu' sentiti dalla diocesi
casertana, come dimostra la statua della Maria SS del Redentore
innalzata nel 1993.
Cattedrale Romanica
Sessa Aurunca (Caserta)
Costituisce senza dubbio il più bel monumento della zona
aurunca per eleganza di linee ed accuratezza di decorazioni esterne
ed interne. Databile al 1103, la Cattedrale sorge su un'area ove
vi era un tempio pagano o cristiano. La facciata è a tre portali
- con numerosi fregi a rilievo rappresentanti fatti della storia
sacra. Anche l'interno è a tre portali, e le navate poggiano su
18 colonne con capitelli di stile corinzio. E' visibile, a seguito
di un recente restauro, all'interno della Cattedrale, l'originario
struttura romanica ed il successivo "appesantimento" barocco voluto
dal Vescovo Caracciolo con la sovrapposizione di stucchi. La Cripta
è ricavata nell'area centrale della Cattedrale con una elegante
struttura a volte poggiante su venti colonne di origine romana.
Il pavimento della Cripta è a mosaico.
Di notevole valore artistico è il "candelabro" per il cero
pasquale ed il "pergamo" la cui struttura rettangolare si sostiene
su sei colonnine alla cui base vi sono altrettanti leoncini marmorei.
Tutto il Pergamo è decorato riccamente, allo stesso modo il candelabro.
Nella Cappella del Corpus Domini è posta la bellissima tela della
"Comunione degli Apostoli", ed è oggetto di importanti studi e ricerche
Casertavecchia
Casertavecchia (Caserta)
Casertavecchia sorge alle pendici dei monti Tifatini ad un'
altezza di 401m, e' facilmente raggiungibile da più punti , e dista
dalla Reggia Vanvitelliana di Caserta circa 10 Km in direzione Nord-Est.
Le origini del paese ancora oggi non sono certe, ma secondo alcuni
scritti del monaco Benedettino Erchemperto che risalgono all'anno
861, si parla di un primo nucleo urbano, sulle montagne denominate
"Casahirta" (dove casa sta per villaggio e hirta o erta per aspra,
ripida, di difficile accesso).
Il Borgo originalmente edificato su un pre-esistente villaggio
romano nel corso degli anni ha subito varie dominazioni. Originariamente
appartenne ai Longobardi e nell'879 fu dato al Conte Pandulfo di
Capua. Nel secolo IX a seguito di vari eventi bellici, quali incursioni
saracene e devastazioni di Capua, gli abitanti e il Clero si videro
costretti a cercare rifugio in luoghi più sicuri, come quelli montani.
E fu proprio in seguito a questi eventi che la popolazione aumento'
notevolmente, e cosicché alla fine fu trasferita anche la sede vescovile.
Nel 1062 Casertavecchia venne occupata da Riccardo I di Aversa,
e da qui ebbe inizio la dominazione Normanna che porto' il paese
al suo massimo splendore nell'anno 1100-1129 con la costruzione
della attuale Cattedrale sotto l'episcopato di Rainulfo, e la sua
consacrazione nell'anno 1153 al culto di San Michele Arcangelo.
Con alterne vicende altri feudatari successero a Riccardo
I, finche' il Borgo non passo sotto la dominazione degli Svevi con
Riccardo di Lauro (1232-1266), il quale ne accrebbe la fama e lo
valorizzo fino a farlo giungere al suo massimo splendore e importanza
anche in campo politico. E pare che si debba proprio a Riccardo
di Lauro la costruzione al castello della grande torre cilindrica
superstite. Nel 1442 il Borgo passa sotto la dominazione aragonese,
e qui inizia la sua parabola discendente, Casertavecchia vede lentamente
decadere la sua importanza, poiche' la vita incomincia a svilupparsi
in pianura. Restano a Casertavecchia solo il vescovo e il seminario,
che continuano a dare una minima importanza al Borgo. Questo fino
all'anno 1842, quando Papa Gregorio XVI ne sanci' il definitivo
trasferimento alla nuova Caserta.